Il mondo della produzione della birra è articolato. A partire dai birrifici, intesi come aziende che producono e vendono birra, si diversificano sulla base di alcuni parametri, come la quantità di litri prodotti e la tipologia di birra ottenuta.
In Italia esistono 16 impianti industriali e circa 500 microbirrifici, di cui 300 nati solamente negli ultimi 3 anni. Ma a cosa facciamo riferimento quando parliamo di microbirrificio?
Non è facile dare una definizione chiara ma per microbirrifici, si intendono aziende che producono birra che però non viene consumata nei locali attigui a quelli di produzione. La birra viene imbottigliata, venduta al di fuori per poi essere consumata e/o venduta in pub, ristoranti o negozi. L’aspetto su cui sono tutti d’accordo è la produzione che, per un microbirrificio, non deve superare i 20.000 hl l’anno.
Non confondiamo quindi il termine con brewpub, che invece produce e serve direttamente ai clienti la propria birra. E non dobbiamo neanche associare alla definizione di microbirrificio la parola homebrewing: ovvero l’arte di fare la birra in casa propria, senza finalità di vendita a terzi.
Vi è inoltre una definizione da tenere presente, da poco delineata dalla Commissione Agricoltura alla Camera, quella di birra artigianale: “Si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione. Ai fini del presente comma si intende per piccolo birrificio indipendente un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza e la cui produzione annua non superi i 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di prodotto per conto terzi.”
Si può quindi parlare anche di birrificio artigianale, collegandosi alla definizione di birra artigianale precedente.
Una curiosità. Negli Stati Uniti oltre ai corrispettivi italiani è presente un’ulteriore specificazione: il “nanobirrificio“.
“The US Department of the Treasury defines nanobreweries as “very small brewery operations” that produce beer for sale.”
“Il Dipartimento del Tesoro degli US definisce nanobirrifici come birrifici molto piccoli che producono birra per la vendita.”
E i Birrifici Agricoli?
La condizione necessaria per essere considerati birrifici agricoli è quella di produrre autonomamente almeno il 51% dell’orzo necessario. La birra agricola, così come definita dal decreto 212/2010, deve essere prodotta dallo stesso agricoltore che produce la materia prima principale: l’orzo.
Il malto prodotto potrà comunque subire il processo di maltazione da una malteria specializzata o da un consorzio presente sul territorio italiano, che successivamente lo restituirà al birrificio agricolo che lo utilizzerà nella fase successiva di produzione.
Per maggiori informazioni sui microbirrifici ed i birrifici agricoli vi rimandiamo al sito del COBI, l’unico consorzio italiano che riunisce gli agricoltori produttori di birra.