In quanti sanno che birra, vino e altre bevande alcoliche comuni spesso non sono cruelty-free? Per la birra ad esempio i prodotti principali come luppolo, orzo e malto sono di origine vegetale e quindi sono ‘idonei’ ma per la fermentazione, per migliorare l’aspetto o la colorazione spesso vengono utilizzati ingredienti di origine animale.
La dieta vegetariana e quella vegana non sono più una nicchia o una moda, ma un vero e proprio cambiamento delle abitudini alimentari. Lo conferma il rapporto annuale Eurisopesn relativo al 2015: i vegetariani rappresentano l’8% della popolazione italiana (erano il 6% nel 2013 e il 7,1% nel 2014). Non solo; complice l’allarme lanciato dall’Oms qualche mese fa sulle carni rosse e lavorate, il consumo di carne nel nostro Paese continua a calare prix du viagra 50mg. D’altro canto piacciono sempre di più le alternative agli alimenti derivati dagli animali, come testimonia l’ingresso nel paniere Istat delle bevande vegetali sostitutive del latte.
La buona notizia per gli amanti della birra che però hanno scelto di sposare l’etica e la filosofia vegan o vegetarian è che la birra artigianale a differenza della maggior parte di quelle industriali, rispetta un tipo di lavorazione che prevede l’utilizzo di soli ingredienti vegetali, con la sola aggiunta, a scelta, di aromi ma anche questi vegetali.
Birra industriale vegana: occhio all’etichetta
Piccola premessa: purtroppo per le birre industriali non sempre è sufficiente affidarsi all’etichetta. Nel caso in cui questi ingredienti, di derivazione animale, non superino la quantità previste dalla legge, non dovranno necessariamente essere indicati nell’etichetta.
I prodotti di origine animale che potrebbero essere impiegati nella produzione della birra, e che in alcuni casi potete ritrovare tra gli ingredienti, sono diversi. Si va dalla colla di pesce (un chiarificatore usato molto spesso), alla gelatina, la caseina, il carbone (utilizzato per la filtrazione, può provenire dalla combustione di ossa animali) e persino insetti, questi ultimi impiegati per i coloranti (come la cocciniglia).