Esiste, anche in Italia, la laurea in Tecnologie birrarie

Cultori, amatori e bevitori sembra troppo bello per essere vero ma il corso di laurea in Tecnologie birrarie esiste davvero!

Negli States i corsi sono ormai avviati da più di 10 anni, e offrono sia programmi di certificazione professionale che di specializzazione marketing nel settore della birra artigianale. E in Italia?

In Italia è una novità introdotta proprio in questi ultimi anni. Il settore della birra artigianale è stato uno dei pochi che non è stato colpito dal periodo di crisi ma anzi, pare essere cresciuto e sviluppato in maniera determinante nonostante le politiche economiche poco favorevoli.

Il primo, e attualmente unico, corso è organizzato dal Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali dell’Università di Perugia in collaborazione con il primo Centro di Ricerca sulla Birra nato in Italia, il Cerb (Centro di eccellenza per la ricerca sulla birra).

Il corso in Tecnologie Birrarie è uno dei tre curricula del corso di laurea triennale in Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (STAgAl) e risponde alla richiesta di formare figure professionali da inserire nei microbirrifici e nelle piccole birrerie indipendenti, che stanno aumentando a macchia d’olio sul territorio italiano. Per apprendere i ‘segreti‘ e le metodologie di questa arte non sarà più quindi necessario doversi recare all’estero. Un sostegno professionale importante, grazie alle attività di ricerca, consulenza e analisi fornite dal CERB, con conoscenze scientifiche e tecniche adeguate per operare all’interno dell’intera filiera birra (orzo, luppolo, lievito e processo produttivo del malto e della birra).

 

Com’è strutturato il corso?

Il master in Tecnologie birrarie – Brewing technologies comincia a gennaio e termina a novembre. Le lezioni sono in lingua inglese, se c’è almeno uno studente straniero, altrimenti si parla italiano.

Cerb - Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra

Cerb – Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra

Gli studenti analizzano l’intera filiera della produzione della birra, partendo dagli ingredienti: orzo, luppolo, tipi di acqua e lieviti. Poi studiano come l’orzo viene trasformato in malto e come il malto diventa birra, attraverso i due processi tradizionali di decozione o di infusione. Infine prendono in considerazione l’aspetto economico, il controllo di qualità del prodotto e la degustazione, per scovare i pregi e i difetti di una birra. Sono previste anche delle visite all’impianto pilota per la produzione di malto e a quello per la produzione di birra del Cerb: è così che fanno pratica e capiscono come funziona concretamente un’industria birraria.  [fonte: www.almalaurea.it]